Ho trovato Interstellar abbastanza noioso. Un polpettone hollywoodiano appena sufficiente. Sicuramente è stata prestata molta attenzione a mettere poche cavolate scientifiche, ma non capisco cosa questo possa portare di buono alla scienza. Continuo a leggere articoli sulla veridicità scientifica del film e su quanto la comunità scientifica sia contenta della sua correttezza, ma interstellar rimane un film di fantascienza con una marea di cose che per le nostre conoscenze attuali non potrebbero mai accadere.
L’unica parte coinvolgente è proprio quando la noia di tempi infiniti di un viaggio spaziale lasciano spazio alla fantasia con onde immense generate in 20 centimetri di acqua, o a un buco nero in cui spazio e tempo contro ogni conoscenza scientifica si annullano per permettere a Marphy di risolvere le equazioni della meccanica quantistica relativistica, che da 80 anni tutti i fisici inseguono.
Esimi colleghi teorici, come l’astrofisico K. Thorne, hanno promosso il film dandogli quasi una connotazione educativa oltre che scientifica, pare infatti che aver usato i supercomputer delle animazioni gli abbiano fatto venire in mente come risolvere problemi di calcolo per la fisica dei buchi neri. Ma siamo sicuri che questo atteggiamento di validazione scientifica di qualcosa che scientifico non può essere, sia realmente educativo? Siamo sicuri, anche se questo è un giudizio personale, che dare tutta questa veridicità scientifica ad un film prevalentemente noioso sia il modo giusto per promuovere una materia che già di per se è seriosa e spesso appare noiosa?
Forse sarebbe meglio lasciare alla fantasia il suo spazio e godersi un bel film navigando in un immaginario che non ha nulla di reale, ma che magari sappia innescare quella voglia di scoperta e creatività fondamentali per chi vuole fare scienza.
Scripta manent verba volant
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