Sono a NIWeek2013, l’appuntamento annuale della National Instruments, una delle principali industrie mondiali di sistemi per il controllo, l’automazione e la diagnostica. Una settimana alla quale, oltre all’imponente staff, piccola percentuale dei circa 7000 dipendenti della compagnia, partecipano 3500 persone provenienti dai settori più disparati: robotica, spazio, industrie innovative di ogni tipo, mondo accademico. Basta guardare i keynote disponibili in streaming per capire che l’evento e’ realmente uno show – ultraspettacolare – di tecnologia, innovazione e applicazioni utili anche per la società.
In questo show anche l’INFN ha fatto la sua bella figura con la presentazione di Marco Pallavicini, e le applicazioni della strumentazione National Instruments alla ricerca della materia oscura con l’esperimento BOREXINO, di cui Marco e’ responsabile.
Oltre alla ribalta di Marco, a cui vanno tutti i complimenti per essere stato bravissimo comunicativamente e scenicamente, l’INFN e’ qui per presentare la sua idea per la gestione dei Big Data, ovvero quella grande quantità di dati che la nostra società sta producendo e che deve imparare a gestire se vuole beneficiare delle innumerevoli innovazioni tecnologiche che il mondo della diagnostica gli mette a disposizione: gestire e utilizzare le informazioni di sensori elettromagnetici più disparati (es termometri, accelerometri, telecamere, etc) e’ oggi una delle scommesse difficile ma importate con applicazioni che vanno dalla salute e gestione di disastri come terremoti ed allagamenti, al traffico e mobilità, ottimizzazione di catene di montaggio, prognostica, domotica ecc, ecc.
Anche l’INFN sta facendo la sua parte con il progetto !CHAOS nato ai Laboratori Nazionali di Frascati per risolvere alcuni problemi di quella che qui a Austin, casa madre della National Instruments, chiamano la Big Physics ovvero la gestione degli strumenti complessi della fisica delle particelle elementari ed acceleratori. Il progetto, infatti, può avere molte applicazioni anche in altri settori visto che in fin dei conti un’acceleratore di particelle e suoi esperimenti non sono altro che un sistema complesso di segnali elettromagnetici molto differenti fra loro per volume, velocità e varietà, che devono essere raccolti, elaborati ed immagazzinati.
Oggi, i dati provenienti dal mondo della fisica delle particelle elementari sono milioni di volte più complessi ed esigenti dei dati provenienti dai sensori che ci circondano e quindi progetti di ricerca e sviluppo in questo settore costituiscono un importante banco di prova per le idee e le soluzioni del futuro.
All System Go!