Scrivere un post sulle Onde Gravitazionali in questi giorni è scontato. Mi hanno fatto notare che perfino Eugenio Scalfari ci ha spigato l’universo cangiante della Relatività Generale, colmando il confine fra scienza e erudito folclore nazional-catto-popolare, di cui solo il giornalismo italiano è capace. Ma, Piero, mentore di chiunque abbia fatto la tesi nel gruppo di Ricerca di Onde Gravitazionali di Roma1, mi ha subito redarguito: come ancora non hai scritto nulla sul tuo blog!? Veramente no… non saprei bene cosa scrivere: spiego le onde gravitazionali? banale; racconto i bei tempi degli anni in cui bazzicavo il gruppo di roma? Ho superato i cinquanta e lo spazio-tempo a disposizione ti fa diventare malinconico; potrei sbilanciarmi sul significato epistemologico di una scoperta di questo genere? Palloso, probabilmente anche per me…
Forse, dopo oltre 10 anni di rapporto con i media e i giovani “precari”, una cosa vorrei comunque dirla: non sopporto il pianto della ricerca, dei ricercatori e dei sindacati che vine veicolata, spesso imposta, dal giornalismo senzazional-piagnone che accompagna queste occasioni. Quella di Ernesto e di molti colleghi è una battaglia giusta ed importante che condivido: siamo sottopagati rispetto ai ricercatori nel resto dell’europa, siamo fra i paesi che investono meno in ricerca e sviluppo, siamo pochi anche se bravi, troppo spesso costretti a andare all’estero e forse anche guidati da chi queste cose non le ha chiare. Detto ciò, un volta tanto vorrei che la società si godesse la gioia di una bella scoperta, di una festa unica, che si sentisse partecipe e capisse l’importanza di fare ricerca e del nostro lavoro. Sono convinto che in queste occasioni, se si tralasciassero per un attimo le cose che non vanno per concentrasi su quello che funzionano, saremmo capaci di creare una cultura diversa e che tutti si schiererebbero al nostro fianco per creare un sistema della ricerca italiano che investa e garantisca a tutti le giuste tutele e opportunità.
@gmazzitelli
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Ti è venuto malinconico, ma bello. E poi così è la vita, e la ricerca.