il 10 gennaio il DOE (Department of Energy del Stati Uniti d’America) ha annunciato la chiusura del Tevatrov (Nature 20 Gennaio 2011). Il Tevatron e’ uno dei 7 acceleratori di particelle elementari in operazione al mondo per lo studio dei componenti fondamentali della materia e degli istanti iniziali del nostro universo. E’ ospitato presso il più grande laboratorio Americano per la ricerca sub-nucleare, il Fermilab che già da tempo si sta muovendo, riducendo il proprio personale, per delle linee di ricerca senza macchine acceleratrici o meglio con un piccole modifiche di una parte limitata delle macchine esistenti.
Un po’ tutti i grandi laboratori internazionali in questi anni hanno ridotto il loro impegno nella ricerca delle particelle elementari e si sono concentrati sul più grande acceleratore del mondo, LHC (Large Hadron Collider) a Ginevra. Fanno eccezione a questo deprimente trend i Giapponesi e i Cinesi. Entrambi stanno modificando i loro acceleratori per continuare queste tipo di Ricerca.
In questo panorama, l’Italia, paese di lunga e gloriosa tradizione nella fisica nucleare e sub-nucleare, ha una possibilità unica e probabilmente irripetibile. Gia’ da tempo l’Istituto di Fisica Nucleare, ha proposto la costruzione di un nuovo acceleratore di particelle da costruire in Italia, la superB (vedi dettagli). Questa nuova macchina e’ un impresa non piccola sia dal punto di vista economico che manageriale. Il costo previsto di 650 Milioni di euro, non e’ trascurabile, anche se non e’ il progetto più caro fra quelli inseriti nel Piano Nazionale della Ricerca. Mentre sicuramente, richiedendo la creazione di laboratorio internazionale in Italia, sarà un impresa non piccola dal punto di vista manageriale e gestionale.
E’ una opportunità unica che sta concentrando fortemente le possibilità economiche e di personale dell’INFN e non condiviso da alcuni. Personalmente ritengo che sia l’unica occasione che l’Italia ha per mantenere la scuola di fisica nucleare e sub-nucleare ben nota in tutto il mondo; avere un progetto nuovo e d’avanguardia e internazionale; dare possibilità a giovani ricercatori del campo di rimanere in Italia a lavorare; non far perdere all’INFN la specificità per il quale e’ stato creato, senza questo progetto probabilmente non avrebbe più una mission ben delineata.