Cari amici di radio3scienza,
vi ringrazio molto per il graditissimo e piacevole invito di ieri sera. Una bella iniziativa che sicuramente permette di conoscere la ricerca e dare un po’ più di qualità all’odierno panorama della comunicazione.
Purtroppo non ho potuto seguire gli eventi della giornata, che immagino siano stati interessanti e abbiano sicuramente messo in evidenza il nostro lavoro da vari punti di vista.
Ciò premesso, spero non me ne vogliate se mi permetto una costruttiva critica allo spettacolo che ho trovato eccessivamente, e forse volutamente, complicato e difficile, quasi a sottolineare ancora una volta rigore e serietà della ricerca. Peraltro, ricerca e innovazione non sono la stessa cosa di ricerca e avanguardia, anche nei confronti delle centinaia di musicologi e musicisti che fanno ricerca nel loro campo.
Da ricercatore, questo modo di presentarci non mi e’ piaciuto molto. Trovo che non ci permetta di avvicinare la gente e di essere accettati dal comune cittadino, ma di raffiguraci sempre come una élite che si rivolge ai pochi che possono comprenderla.
La ricerca, i ricercatori, i tanti giovani che oggi cercano di resistere a chi non ne capisce le dinamiche e specificità, sanno e possono essere pop, alla portata di tutti. Perché continuare a racchiuderci in contenitori accessibili solo a chi deve necessariamente essere in grado di capire i vagiti di un trombone? Abbiamo pochi spazi, spesso relegati in orari difficilmente accessibili, come quelli del vostro programma, e forse a molti di noi piacerebbe essere avvicinati a qualcosa di più comprensibile…
Comunque grazie ancora a voi e Radio3, perché a parte queste considerazioni, probabilmente personali e forse un po’ troppo di concetto, siete fra i pochi a dare spazio al mondo della ricerca.
Giovanni