il laboratorio di fisica delle alte energie KEK, situato a metà strada (*) fra Tokyo e Fukushima (vedi mappa), ha messo a disposizione un servizi di monitoraggio della dose, quantità di radiazione assorbita per unità di massa, in tempo reale (vai al sito). Ciò permette di seguire l’effettiva evoluzione delle radiazioni disperse in atmosfera in una zona abbastanza vicina alla centrale danneggiata dal terremoto e dal seguente tsunami.
Per capire i dati in tempo reale che arrivano dal Giappone è bene ricordare che il fondo dovuto alla radioattività naturale alla quale siamo soggetti ogni anno è pari tipicamente a 2.4 mSv (mSv ovvero milli Sievert, vedi dettagli) e che dover fare una lastra al torace è equivalente a ricevere una dose di un mSv, dose circa 10000 volte il fondo che ci vine somministrata in meno di un secondo. In un anno ci sono 24*365=8760 ore, e quindi tipicamente ogni ora riceviamo una dose media di 2.4/8760=0.27 microS/ora (il fondo medio naturale a Roma e in zone vulcaniche è tipicamente più del doppio).
(*) nei commenti mi hanno fato notare che non ostante ci sia allegata la mappa dire a “meta’ strada” non e’ esatto. il laboratorio di KEK si trova esattamente a 170 km dalla centrale e circa 50 da Tokyo.
Abbastanza vicino=180 km.
Il problema è che ci sono molte poche informazioni.
tutto e’ relativo, sicuramente e’ più vicino il rivelatore di KEK che quello che possiamo vedere da qui, e comunque e’ posto fra la centrale e una delle città più densamente popolate del mondo.
Non era comunque mia intenzione minimizzare il problema, peraltro un innalzamento del fondo a 180 Km di 3 volte, come mostrato nel grafico sicuramente non e’ positivo, quello che volevo dire e’ che non e’ sicuramente pericoloso, in quel punto e quindi verso Tokyo.
La mia idea sul nucleare comunque non e’ cambiata: da un punto di vista sicurezza una centrale di 60 anni fa e’ stata comunque più sicura verso l’evento naturale degli argini, dighe e case che sono crollati facendo decine di miglia di morti. Al momento la centrale danneggiata ha cerato tanto panico e problemi, ma non mi pare che abbia ucciso nessuno; da un ponto di vista di necessita’ del nucleare in se sono purtroppo convinto che prima o poi non ne potremo fare a meno: abbiamo bruciato il legno, il petrolio e i gas naturali, etc e questi prima o poi finiranno e non potremo far altro che bruciare la materia stessa che ci circonda; il nucleare italiano, come ho gia’ espresso piu’ volte su questo blog, e’ comunque cosa a parte, una mossa prevalente propagandistica, che necessiterebbe prima di ricreare il knowhow che abbiamo perso dall’89 ad oggi, facendo ricerca e soprattutto senza prescindere da un piano energetico nazione che disegni e pianifichi la distribuzioni delle fonti energetiche e la reale necessita’ delle scelte fatte.
Piccola correzione: ci sarebbero 2 morti e almeno una ventina di contaminati e non scommetterei molto sulla salute dei famosi 50 che sono rimasti a cercare di abbassare la temperatura.
Comunque: il vento gira verso l’oceano, per ora… ma non mi pare che sia una situazione sotto controllo. Questo ci dovrebbe dire qualcosa come scienziati.
Come scienziato a me dice che almeno il vento sta aiutando quei poveracci di Giapponesi. Come cittadino mi fa sorridere che tutti si affrettino a schierarsi sul fronte del no e del si piuttosto che farlo in tempi non sospetti.
Il signor Valente ha anticipato la mia reazione ma desidero aggiungere una voce critica ad un coro che purtroppo è ancora sul mezzo piano (preciso di essere da sempre molto critico nei confronti del nucleare). E lo faccio principalmente perché, parlando della citazione di Ian McEvan sull’Internazionale di De Mauro, è lei il primo a sostenere di trovarsi a disagio quando “con leggerezza si affrontano temi particolarmente seri come il futuro energetico dell’umanità”. (Preciso che il pezzo in questione mi piace particolarmente, anche se bisogna riconoscergli una valenza prettamente filosofica prima che scientifica). Dai dati rilevati a Tsukuba distante di 170 km da Fukushima (n. b. Tokio è a 230 km, non a meta strada) risulta che in poco più di tre settimane il valore si è, per ora e a quanto pare con delle condizioni meteorologiche favorevoli per l’orientamento dei venti, stabilizzato attorno ad un valore che non è lontanissimo dal valore limite. Ma ciò che maggiormente preoccupa è che i tecnici son ben lungi dall’aver risolto i problemi, e alludo solo a quelli principali, e che l’inquinamento da ricadute radioattive costituisce solamente una parte del problema. Purtroppo gli interessi economici sono sempre prevalenti e riescono a condizionare in modo occulto o meno le posizioni degli addetti ai lavori come voi, che hanno oltretutto la forza di fare opinione. Il fatto di essere un fisico nucleare, quindi teoricamente competente in materia, non è necessariamente garanzia di lungimiranza e saggezza (si veda ad esempio l’intervento del Prof. Antonino Zichichi che il 13 o 14 marzo, intervistato a canale 5 mi pare, dipingeva l’incidente alla centrale come un evento “normale” e perfettamente sotto controllo).
Rispettosi saluti.
Francamente non ho ben capito il commento, e a cosa si riferisca e cosa voglia dire. Dove ho scritto qualcosa con leggerezza? Io mi faccio una idea leggendo e cercando di capire quello che si dice e si vede e come tutti posso sbagliare. Non mi pare pero’ che nel testo di questo post, come già espresso al dott. Valente, abbia abbracciato qualche tesi. Ho solo esposto i fatti, e ringrazio la natura di non infierire su quei poveracci di Giapponesi. Se la mia leggerezza e’ stata indicare Tokyo come a meta’ strada, me ne scuso, ma i commenti ai post servono a questo, e Valente lo aveva già sottolineato.
Mi piacerebbe quindi capire veramente dove ci sia leggerezza? considerando anche la data del post, Grazie.