In risposta al post di Roberto su Io Non Faccio Niente
Nucleare no, nucleare si’: una umile riflessione.
Caro Roberto,
Da un punto di vista tecnico (fisico) visto che un kg di uranio ha 3 milioni di volete l’energia di un litro di petrolio e entrambi producono scorie. Bisognerebbe capire bene quali scorie siano oggi più sostenibili per i nostri figli. Se ritieni validi i modelli che descrivono il clima del nostro futuro, sai che la percentuale di CO2 nell’atmosfera e’ già tale da alzare la temperatura di 2.2 gradi (e le relative conseguenze); se non li ritieni validi comunque abbiamo una quantità di CO2 nell’atmosfera sopra a qualunque valore mai raggiunto sulla terra. Il principio di precauzione ci dovrebbe suggerire di cambiare rapidamente il modo in cui stiamo inquinando il nostro pianeta.
Proprio la sostenibilità che poni come base del tuo discorso ci impone due strade: a) mantenere il sistema economico attuale e scegliere una forma di energia (che definirei capitalistica e condivisibile dai più) come il nucleare e migrare con il tempo necessario verso le rinnovabili come sta facendo la Germania; b) cambiare la testa alla gente e fare ciò che dice greenpeace. Il problema di questa seconda scelta e’ che non bastano la testa tua e mia, e nonché quella della popolazione sulla quale fanno ricadere la “colpa” della situazione e ti spingono a pensare che dobbiamo scegliere la green economy (che e’ come dire riciclare i principi capitalistici in termini ambientalistici) e manco la testa degli altri 6 miliardi di abitanti della terra che stanno iniziano a sfruttare l’energia, bisogna combinare il sistema di consumo imposto dalle leggi di mercato, che consuma il 70% dell’energia mondiale in trasporti e industria, e questo non dipende da noi cittadini se non a lungo termine e con tanta, tanta coscienza ed educazione.
Il nucleare e’ una soluzione attuabile oggi, che ci permette di non fare esplodere il nostro mondo a breve, le rinnovabili sono una soluzione del domani, sulle quali ci dobbiamo impegnare per anni prima che si possa finalmente arrivare a non farci prendere in giro dalla green economy.
Permettimi infine un ultimo appunto sulla ricerca. In Italia il budget di tutti i centri di ricerca ed università penso che si conti in miliardi di euro che stanno sulle dita di una mano o poco più. Iter costerà 12 bilioni di euro (numero piu’ da topolino che da umani). Penso che questa sia la grande differenza fra la ricerca che fai al CERN e il perché non sia cosi’ facile e scontato fare ricerca in campo nucleare se questa contemporaneamente non rende in qualche modo. E soprattutto ricordati che in Italia fino al referendum di 20 anni fa c’era l’eccellenza della ricerca in questo campo (se non sbaglio eravamo al 5to posto al mondo). Oggi l’agenzia per il nucleare italiana non ha neanche la segretaria.
Comunque ritengo che lo sviluppo economico di un paese e’ strettamente legato al suo sviluppo energetico, e che solo un vero piano, politicamente trasversale, possa garantire il progresso reale del nostro paese. Non ritengo che in questo ne i tecnici, ne li cittadini italiani debbano decidere se non attraverso una scelta veramente politica. Per questo trovo che i referendum su questa materia siano sbagliati, e delegittimano il valore stesso dell’organo referendario.
Penso quindi che non ritirerò la scheda grigia.
Giovanni
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