La sentenza sostiene che gli scienziati avrebbero potuto sapere

Leggere il comunicato stampa dell’istituto che da anni cerca di capire i terremoti può essere molto istruttivo…

Dal comunicato stampa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia del 18 Gennaio 2013

Roma 18 gennaio 2013 – Sono state rese note le motivazioni della sentenza di primo grado del processo dell’Aquila, emessa il 22 ottobre scorso, che condanna a 6 anni per omicidio colposo sette partecipanti alla riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, tenutasi pochi giorni prima del terremoto in cui sono perite 309 persone.

Le motivazioni sono corpose e articolate e necessiteranno approfondimenti ulteriori. Tuttavia, questo processo sembra ignorare la dura lezione lasciata dal terremoto del 6 aprile 2009: l’assenza di prevenzione e l’incapacità del sistema paese di gestire nel medio e lungo termine le informazioni sulla pericolosità, sulla vulnerabilità e quindi sul rischio sismico. Si è invece focalizzata l’attenzione sulla previsione a brevissimo termine, nonostante l’acclarata impossibilità di prevedere l’accadimento di una forte scossa sismica in termini di ora, luogo ed intensità; impossibilità che non esclude che il terremoto possa verificarsi. Al contrario di quanto affermato nelle motivazioni riteniamo che la strada principale per ridurre il rischio sismico sia la prevenzione in termini di riduzione della vulnerabilità degli edifici.

La sentenza sostiene che gli scienziati avrebbero potuto sapere ciò che stava per accadere ma non si sarebbero curati, o meglio, avrebbero volutamente evitato di comunicare adeguatamente il rischio.” scarica il  comunicato.

I dettagli della sentenza su iononfaccioniente.

Informazioni su Giovanni Mazzitelli

Senior Researcher - field of interest high energy physics and particle accelerators; science communication and education; sail and alpinism lover
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