Nella facoltà di fisica della Sapienza durante gli anni in cui studiavo c’erano due gatti soprannominati da noi studenti di particelle elementari bosone e fermione, due gatti che accompagnavano con lo sguardo chiunque entrasse in facoltà con quell’area indifferente che solo i gatti sanno avere.
Penso che a molti di noi il Prof. Giorgio Salvini abbia lasciato un segno per il suo modo di essere, per la sua presenza importante, per le sue lezioni stravaganti ed eleganti, per l’idea che non bastava aver studiato, ma che la fisica la dovevi veramente conoscere. A me ha regalato anche un’immagine ferma nel tempo. Mi ricordo di un caldo pomeriggio d’estate in cui si scatenò uno di quei vivaci temporali romani, il Prof con aria compassata e piena di pensieri, passeggiava tranquillamente nel piazzale di Fisica lasciandosi completamente bagnare dalla pioggia seguito dallo sguardo di bosone e fermione riparati dalla pensilina dell’ingresso della facoltà e di tutti noi studenti stupiti e divertiti. Salvini e’ stata probabilmente una delle persone di maggior spessore che mi sia capitato di conoscere, la sua spensierata “follia” e solennità e sopratutto il suo insegnamento al senso di responsabilità del nostro ruolo hanno segnato la mia vita di ricercatore in modo indelebile. Un saluto, grande Prof.