In esclusiva per il sito di Annozero: gli effetti delle radiazioni dopo la catastrofe di Fukushima sulla vita degli abitanti delle zone vicine alla centrale nucleare, la storia del capitano dei vigili del fuoco di Tokio che lavora nelle zone contaminate e la protesta dei lavoratori e dei cittadini giapponesi contro la Tepko e l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare.
Come già detto, mi e’ dispiaciuto molto dell’occasione persa durante la trasmissione di Santoro del 24 Aprile nell’affrontare il vero problema delle risorse energetiche, del loro sviluppo, nonché dell’impatto globale che avranno negli anni a venire. Durante la trasmissione si sono dette molte cifre – quelle ufficiali sono in linea con quanto raccontato – in modo forse troppo allarmistico: senza nulla togliere alla serietà dell’evento, peraltro ancora irrisolto, le dosi di radiazioni di cui si parla sono sicuramente da tenere sotto controllo ma non sono catastrofiche come vengono presentate.
Ad esempio l’immagine qui a fianco mostra la dose di radiazioni alla quale mediamente simo sottoposti tutti e gli 8 mS del pompiere ad esempio sono ben al disotto i 250 mS che può ricevere un lavoratore addetto a questo tipo di interventi in un anno.
Vorrei pero’ focalizzare il punto non tanto sul problema radiologico, importante, da controllare e verificare, quanto su ciò che emerge fortemente dal servizio di Annozero: il vero problema e’ nella violazione dell’uomo in genere, e della Tepko nel caso specifico, di tutte le regole ferree che chi gestisce una centrale nucleare e un incidente di questo genere dovrebbe seguire.
Prima di questo incidente, ero fermamente convinto che il nucleare italiano fosse un vero problema e un serio rischio per il nostro paese: senza la rinascita dalla ricerca sul nucleare, la formazione di persone competenti, strutture adeguate, e cosi’ via, non aveva alcun senso pensare di acquistare 6/7 centrali dalla Francia di tecnologia neanche tanto nuova. Solo un piano energetico nazionale, studiato, mirato sul nostro paese e di lungo respiro avrebbe potuto risolvere il problema. Oggi mi accorgo, che perfino un paese di cui si e’ sempre elogiata l’efficienza e la serietà si comporta esattamente come tanto denigrato bel paese. E allora?
Interessi, Dio denaro, politica sporca, tutto quello che volete voi, sono quindi presenti nel modo di pensare e agire di tutti gli uomini che vivono su questo pianeta. Quei 7 miliardi di abitanti che hanno un comune problema: l’energia e quindi lo sviluppo, il benessere e la salute.
Ora mi chiedo: che speranza abbiamo di realizzare una rivoluzione energetica che richiede di educare 7 miliardi di persone al consumo, all’efficienza, al risparmio se queste sono le condizioni da cui partiamo?
Purtroppo, a mio modo di vedere, la scelta nucleare in questo centra veramente poco. Da tecnico penso che si debba studiare e lavorare per sfruttare le forme di energia con più alta densità e non ritengo che esita un vero problema legato alla sicurezza più di ogni altra forma di energia che possiamo utilizzare produttivamente sulla terra. Quindi il nucleare al contrario potrebbe essere una soluzione da prendere in seria considerazione.
In conclusione: sia che si scelga il nucleare, o qualunque altra forma di energia, sia che si pensi di fare una seria rivoluzione energetica – per me, la scelta giusta e’ nel mezzo – bisogna cambiare il nostro modo di pensare, educarci ed educare chi ci succederà, senza troppi schieramenti e fazioni che servono solo a fare cattiva informazione.